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Il Chi Sao del Wingkungfu

La struttura portante del wkf è il chi sao, la pratica cioè che permette all’atleta di costruire gradualmente il corretto utilizzo del senso del tatto, dell’energia elastica e della stabilità.

Didatticamente:

Il primo approccio avviene già all’inizio della pratica attraverso semplici ma efficaci, esercizi di reazione alle pressioni sulle braccia.

Il vero inizio tecnico, ovviamente, avviene più tardi nel passaggio dal secondo al terzo livello con un esercizio più specifico ad un braccio “DCS” dan chi sao, fino a raggiungere il corretto uso della sensibilità, la coordinazione e la dissociazione a due braccia, dal quarto livello in poi.

N.C.S.P. (New CS Prject)

Concetto del “tatto o contatto profondo” nel NCSP:

La traduzione letterale del “CS!” in “braccia appiccicose” può trarre in inganno l’osservatore superficiale,  per questo si crede che il contatto consiste solo nell’approccio con le braccia o le gambe “CJ” (chi jerck), niente di più errato! Se ci rifacciamo al concetto della totalità del Taoismo e della fluidità dell’acqua, allora non possiamo fare a meno di trasformare la obsoleta pratica delle sezioni di CS in qualcosa di più vivo, dinamico, realistico, dove l’intero corpo partecipa realmente all’azione ed il contatto non è più limitato alle braccia o alle gambe ma a tutta la superficie dell’intero corpo, divenendo così un enorme sensore che percepisce ogni singolo contatto e ogni minima differenza di pressione in qualsiasi parte del corpo!

In tali condizioni si comprende che diventa essenziale un adeguato lavoro di passi che ci permettono di assecondare il movimento dell’intero corpo in azione, evitando la diretta forza dell’opponente.  

Passi a sfera:

Una sfera non poggia completamente al suolo, trovandosi sempre, apparentemente, instabile (su un punto) è sempre libera di spostarsi in tutte le direzioni ed avere mobilità ed accelerazione senza momenti statici, la sua fluida cinetica mi ispira a sperimentare un nuovo approccio agli spostamenti:

“I piedi non vanno pressati al suolo, ma ruotano leggermente permettendo non solo alla pianta di appoggiare ed eseguire passi ma anche il contorno di essi può, a secondo della necessità, offrire appoggio e motilità!”

Un pallone semigonfio è pesante e poco mobile, ovviamente più lento di uno completamente gonfio al punto giusto, quindi: Non ti appesantire sui tuoi piedi, sarai molto più agile.

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